
Milton H. Erickson si contraddistinse per le storie insolite e bizzarre che amava raccontare. Ogni storia aveva un senso profondo e preciso: aprire la mente ad intuizioni nuove.
La storia del cavallo è una delle mie preferite.
Leggiamo insieme il breve racconto.
“Un giorno stavo tornando a casa da scuola, quando un cavallo, che era scappato con le redini sulla groppa, superò un gruppo di noi ed entrò nel campo di un contadino alla ricerca di un po’ di acqua da bere.
Sudava abbondantemente, e il contadino non l’aveva visto, cosicché lo catturammo noi.
Io saltai in groppa al cavallo e, visto che aveva le briglie, presi in mano le redini e dissi:”Hop! Hop!”, indirizzandolo verso la strada.
Sapevo che il cavallo avrebbe girato nella direzione giusta. E il cavallo si mise a trottare e a galoppare lungo la strada.
Ogni tanto si scordava di essere sulla strada e si buttava in qualche campo, allora io gli davo una scrollatina e richiamavo la sua attenzione sul fatto che era sulla strada che doveva stare.
E alla fine, a circa 4 miglia da dove gli ero salito in groppa, si infilò nel recinto di una fattoria e il contadino disse:
”Dunque è così che è tornato quello scemo. Ma dove l’hai trovato?”
e io dissi:” A circa 4 miglia da qui”.
“E come hai fatto a sapere che dovevi venire qui?”.
”Io non lo sapevo”, risposi
“Lo sapeva il cavallo. Io non ho fatto altro che mantenere la sua attenzione sulla strada”.
Questa storia, divenuta famosa in ambito accademico, illustra il metodo terapeutico di Milton H. Erickson centrato sulla persona.
Ognuno di noi conosce la direzione in cui vuole dirigersi, abbiamo le competenze e le risorse necessarie per raggiungere i nostri sogni, a volte può semplicemente succedere di non sapere come utilizzarle. Tutto quello che deve fare il terapeuta è guidarlo in questa riscoperta
A cura della dott.ssa Lucia Recchione
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