15 ottobre: giornata mondiale della consapevolezza sul lutto perinatale

La morte perinatale riguarda 5 milioni di bambini nati morti, o morti dopo la nascita, ogni anno in tutto il mondo. 

In Italia, la morte perinatale riguarda 10 famiglie al giorno e considerando anche le perdite precoci del primo trimestre, circa 1 gravidanza su 6 in Italia termina con la perdita in gravidanza o dopo la nascita.

Da molti anni il 15 ottobre si celebra il BabyLoss Awareness Day: una giornata rivolta alle donne, agli uomini, alle famiglie e agli operatori coinvolti in questo lutto.

L’obiettivo è fare luce sul tabù della morte in gravidanza e dopo la nascita, sulle morti evitabili e sulla cura da destinare ai genitori e ai familiari.

Una precoce interruzione della gravidanza crea un arresto anche nei pensieri che da vitali si trasformano in mortiferi.

Come sottolinea Enrico Cazzaniga “una donna incinta è in attesa di quel figlio. Lo ha già. Lo immagina, lo desidera, lo costruisce prima di tutto nella sua mente, prima ancora che nel corpo. Per questo le perdite prenatali sono lutti, spesso non elaborati, dimenticati, messi da parte, sorpassati sovente con una sostituzione di quel figlio con un altro. Sappiamo però che nessun figlio è sostituibile, come non lo è nessuna persona. Per questo anche per questi figli è necessario fare il lutto, per poi avere lo spazio per desiderarne un altro” (Cazzaniga, 2017).

Cazzaniga ci aiuta a riflettere sull’importanza della “cura del ricordo”, ossia la possibilità di assicurare la memoria di chi non c’è più, ma che vive e fa parte della storia. Quando il lutto è risolto, significa che abbiamo collocato nel passato la persona che non è più nel presente. Essa è viva nel presente attraverso la memoria.

A cura della dott.ssa Lucia Recchione

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